Jukebox: storia, caratteristiche e prezzi

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Il primo prototipo di jukebox risale al 1890, anno in cui Louis Glass e William S. Arnold crearono un fonografo che per il funzionamento necessitava dell’introduzione di monete, azione dopo la quale la musica veniva diffusa da uno dei quattro tubi presenti sull’apparecchio. Il primo jukebox vero e proprio fu venduto dall’azienda Ami nel 1927, mossa commerciale seguita da altre compagnie che ebbero la meglio sul mercato, come Wurlitzer, Seeburg, Rocl-Ola. L’idea nacque in un periodo in cui era la radio il media di maggior diffusione e l’idea di poter far scegliere le canzoni direttamente alle persone fu vincente.

I primi modelli erano in legno e potevano contenere all’interno un numero massimo di dodici dischi a settantotto giri, disposti in pila verticale. Il materiale plastico e i led furono introdotti dalla Seeburg nel 1938, scelta che fu rapidamente copiata dalle altre aziende, dato che rendeva l’aspetto dei modelli più accattivante. Furono immessi nel mercato sempre più modelli, nel 1940 debuttò quello con sommità ad arco, oggi una delle caratteristiche più riconoscibili quando si pensa ai jukebox.

La produzione si interruppe per via della Seconda Guerra mondiale, con le aziende riconvertite per la produzione bellica. Tornata la pace, con l’entusiasmo del dopoguerra ci fu un vero e proprio boom nelle vendite, con la gran parte dei locali che si munivano di jukebox per soddisfare le richieste dei clienti. In particolare fu il modello Wurlitzer 1015 ad avere più successo di tutti, gli stessi media diffondevano immagini di ragazzi entusiasti che ballavano attorno ad esso, diventando un oggetto di culto.

Nel tempo gli apparecchi furono modificati per far girare i dischi quarantacinque giri, ovvero il nascente vinile. Nei decenni i jukebox raggiunsero il picco negli anni Ottanta, per poi calare fino quasi a sparire con l’arrivo del nuovo millennio. L’evoluzione tecnologica con i lettori cd portatili prima e di mp3 poi li ha resi obsoleti, decretandone la loro fine come fenomeno di massa.

Comprare oggi un jukebox: consigli d’acquisto

Se siete alla ricerca di un jukebox d’epoca, magari per dare un tocco vintage a casa vostra, non crediate di cavarvela con una piccola spesa, soprattutto se siete interessati a un apparecchio perfettamente funzionante. Ad esempio il Wurlitzer 1015 del 1946 di cui parlavamo prima, può costarvi anche quindicimila euro essendo uno dei modelli più iconici. Cambiando la tipologia si può scendere a diecimila euro o meno, come il Wurlitzer 1100, caratterizzato dalla puntina in diamante all’estremità del braccio che ai tempi aumentò molto la qualità del suono e facendo sì che si rovinassero meno i dischi. Se siete interessati più alla sostanza che all’estetica, sempre con l’intenzione di non spendere eccessivamente, il modello Seeburg AQ 160 può fare al caso vostro. Attirerà meno l’occhio rispetto ad altri jukebox, ma con circa cinquemila euro vi garantirete un apparecchio performante e affidabile risparmiando qualcosa.

Se pur interessandovi l’acquisto di un jukebox non vi importa sia autenticamente d’epoca, ci sono modelli moderni creati con linee di tempi passati e che possono soddisfarvi a cifre inferiori alle precedenti.

Sono in vendita jukebox moderni con linee che richiamano gli anni Cinquanta, che possono essere vostri per una spesa di circa cinquecento euro, pur non funzionando tramite giradischi ma come lettore cd e di mp3, oltre che con la possibilità di ascoltarci la radio. Se invece ci tenete che il vostro jukebox abbia anche il giradischi ci sono modelli di circa seicento euro in cui potete anche inserire i vostri vinili.

Se invece non avete molto spazio per prendere un jukebox, ci sono anche delle versione ridotte che possono essere collocate su tavoli o cassettiere, essendo alti tra i quaranta e i cinquanta centimetri per un peso tra i due chili e mezzo e i cinque chili. Modelli mignon come quelli appena descritti possono essere vostri per una cifra tra i cento e i duecento euro, senza però la possibilità di ascoltare i vinili ma solo cd e mp3.

Se invece volete cercare nel mercato dell’usato da privati, ecco qualche avvertenza da tenere a mente. Se l’oggetto è segnato come non funzionante, non crediate che una volta preso sarà semplice sistemarlo. Questo non solo perché i meccanismi e componenti elettrici interni sono spesso complessi, ma soprattutto perché in caso di necessità di sostituire un pezzo potreste avere serie difficoltà nel reperirlo. Se invece vi viene descritto come perfettamente funzionante, assicuratevelo, perché gli esperti confermano che nella stragrande maggioranza dei casi non sia proprio così, per cui selezionate almeno cinque tracce e controllate la fluidità con cui i dischi vengono selezionati e la qualità del suono.

Controllate inoltre la superficie, che le parti cromate e metalliche siano in buona condizione, perché è uno dei fattori che può giustificare o meno il prezzo che viene richiesto. Il restauro da parte vostra può essere lungo e se vi affidate a esterni pure costoso. Se non vi siete scoraggiati dai precedenti consigli e avete acquistato un jukebox usato, ecco un’ulteriore raccomandazione: utilizzatelo spesso. I vecchi apparecchi erano realizzati in prospettiva di un utilizzo costante, se lasciati prendere polvere c’è il rischio che alcune parti mobili si irrigidiscano. Cambiate di tanto in tango la testina che va a incidere il vinile e divertitevi, è il miglior servizio che potete fare al vostro jukebox.